Mostre

Davide Monteleone

Sinomocene

Davide Monteleone, fra i più noti autori della fotografia italiana contemporanea, affronta - con il suo progetto “Sinomocene” - tematiche quali le nuove forme di colonialismo, la globalizzazione, la relazione tra potere e singoli cittadini, che influenzano ormai anche la relazione tra uomo e natura.
A partire dall’iniziativa cinese nota come “Belt and Road Iniziative”, volta al miglioramento dei collegamenti commerciali tra la Cina e il resto dell’Asia, Monteleone concentra la sua indagine sui movimenti di grossi capitali collegati a strategie di carattere geopolitico nei confronti di economie in via di sviluppo, a livello tanto locale quanto globale.

Alessandra Calò

Herbarium. I fiori sono rimasti rosa

Tra i vincitori della IV edizione del Premio New Post Photography di MIA Fair, il progetto nasce dall'esplorazione degli archivi dei Musei Civici di Reggio Emilia e dalla scoperta dello sconosciuto erbario di Antonio Casoli Cremona, allora quattordicenne, che catalogava in maniera amatoriale tutte le erbe presenti nel suo giardino e nei dintorni della città. Con lo stesso spirito, Alessandra Calò ha guidato un gruppo di sei persone con fragilità nella costituzione di un erbario ideale: un erbario rayografico dove il concetto di bellezza si allarga fino ad includere l’imperfezione, la fragilità e la marginalità.

Un viaggio nel tempo attraverso la fotografia, l’antica tecnica di stampa e la calligrafia dell’erbario ottocentesco.

Il progetto è il risultato di un percorso durato quattro mesi, in cui la pratica artistica si è fusa con la sensibilità e lo sguardo dei partecipanti, lo stesso di quando, sfogliando le pagine di un antico erbario, scoprono che “i fiori sono rimasti rosa”.

Federica Belli

How far is too close to the heart?

"How far is too close to the heart?" è il progetto di Federica Belli selezionato dal direttore artistico Claudio Composti per raccontare una delle tante sfumature che caratterizza il tema di quest’anno dedicato alle relazioni.

La ricerca di verità umana e di un'unione senza compromessi avviene - per Federica Belli - tramite un incontro intimo.
Una messa a nudo totale, letterale e metaforica, che sorprendentemente avviene tra persone che non si conoscono tra loro. Dopo il suo trasferimento a Parigi, l’autrice dà vita a una ricerca di empatia e accettazione che va al di là delle sovrastrutture legate all'oggi – abiti, abitazioni, professioni, relazioni, nazionalità – e che si basa piuttosto su ciò che ci accomuna ai nostri simili: l'essere umani. Ammaliata da questa inspiegabile vicinanza trovata con persone a lei sconosciute, Belli indaga le cause e la natura di un'unione indissolubilmente umana.

Andrea Camiolo

Per un paesaggio possibile

"Per un paesaggio possibile" di Andrea Camiolo è il progetto vincitore che si è aggiudicato il premio Miglior Portfolio 2022

“Come si rappresenta un paesaggio?" Per rispondere a questa complessa domanda, in alternativa l’autore propone diverse risposte - da un disegno su carta a un’immagine satellitare, dalla parola “paesaggio” stampata su un dizionario allo screenshot del codice di un file jpg - svelando molteplici possibilità di visione.
Allo spettatore l’illusione e l’artificialità di ognuna di queste interpretazioni e la conseguente impossibilità di rispondere alla domanda iniziale.

Sara Grimaldi

Ho visto Nina volare

Sara Grimaldi, fotografa milanese classe 1995, sarà al Ragusa Foto Festival con il progetto "Ho visto Nina volare".

Il suo è un racconto autobiografico di un malessere psicologico a cui la fotografa ha dato un nome solo dopo aver ricevuto una doppia diagnosi: disturbo Borderline di personalità e disturbo del comportamento alimentare.
Da qui la salute mentale è diventata per Sara Grimaldi il motore di ricerca, personale e collettiva.

"Ho visto Nina volare" nasce da uno degli episodi chiave della manifestazione del suo malessere: la visione di una bambina su un’altalena.
Una parte di sé bambina, spensierata, leggera e ignara di ciò che quell'altalena avrebbe significato negli anni a venire. Il suo gioco preferito trasformatosi in una vera allucinazione durante le crisi emotive. Una bambina che la guarda, chiamandola a sé, ferma a mezz'aria, lei e la sua altalena. Il buio si fa luce attraverso il suo sguardo.

Giulia Gatti

Corazonada

Dalla collaborazione con le donne che abitano l’istmo di Tehuantepec (Oaxaca) in Messico, Giulia Gatti ha dato vita a "Corazonada" in cui il femminile si relaziona con il potere “magico” delle donne, l’erotismo, i rituali della tradizione messicana e il mistero raccontando una femminilità diversa e più libera.

Il suo lavoro gioca con le tappe - naturali, culturali o normative - del corpo femminile, animato dal tentativo di seminare provocazione sopra il terreno fertile della tradizione.

TBA

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