L’Artico è una visione del futuro, un futuro che ho esplorato per più di sette anni documentando le comunità e la vita dell’arcipelago delle Isole Svalbard, una delle ultime comunità abitate prima del Polo Nord.
Le Svalbard sono l’alchimia perfetta tra equilibri millenari e il futuro sostenibile, sono uno dei luoghi dove viene documentato il cambiamento climatico nel modo più preciso proprio grazie a questi equilibri che garantiscono misurazioni estremamente precise. Ho documento il lavoro degli scienziati che ci forniscono informazioni primordiali per il nostro futuro. Ho viaggiato nel passato entrando in grotte di ghiaccio dove le bolle d’aria visibili nel ghiaccio contenevano l’aria di mille anni fa. Questo angolo di artico è un luogo di stabilità e paradossi, è vietato nascere ed è vietato morire (il permafrost sempre sottozero è in costante movimento e i corpi potrebbero dopo anni tornare in superficie); è la metafora della nostra condizione transitoria nella sua accezione più bella. L’industria del carbone sta lasciando il posto a nuove forme di energia sostenibili, le antiche miniere stanno chiudendo e tutto l’arcipelago è teatro di innumerevoli missioni di ricerca dal clima allo spazio, il tutto nel rispetto di una maggiore armonia con ciò che circonda. È di fatto uno dei luoghi più incontaminati del mondo dove l’aria stessa ha una sua consistenza che rimane impressa per la sua purezza come forse una delle sensazioni più forti provate.
Spitsbergen è il titolo dell'ultimo libro di Verzone edito dalla casa editrice tedesca Mare, che raccoglie le fotografie di 'Arctic Zero' e verrà presentato a Ibla, durante le giornate inaugurali, da Benedetta Donato insieme con l'autore.
Paolo Verzone (Torino, 1967), membro di Agence VU, è uno dei maggiori fotografi italiani. National Geographic, Time, The Guardian, Le Monde, Der Spiegel, da quasi 30 anni lavora sia per testate giornalistiche che a progetti a lungo termine. Dal 2014, Verzone ha documentato gli abitanti di una delle comunità più a Nord del mondo, Ny-Ålesund, nell’Artico. Premiato al World Press Photo nel 2000, 2009 e 2015, la sua voglia di rappresentare il mondo è chiara fin dai primi lavori personali. Che si tratti della serie di ritratti di europei in spiaggia, Seeuropeans (1994/2002), o il Moscow Project (1991/2011), prodotto in collaborazione con Alessandro Albert, l'insieme delle persone fotografate apre ad una riflessione sulla molteplicità e singolarità di ogni individuo. Le sue fotografie sono conservate in molte collezioni internazionali, Victoria & Albert Museum (Londra), Bibliothèque Nationale de France (Parigi), Instituto Nazionale della Grafica (Roma), per citarne alcune.