Il vaso di Pandora. Un approccio concettuale all’archivio. Il fotografo che diventa collezionista e autore
Scopo del ws è di creare un archivio digitale di famiglia per raccontare una storia attraverso il proprio archivio personale e la sua interpretazione e autorappresentazione.
I partecipanti lavoreranno sulle immagini del loro archivio di famiglia e sceglieranno un avvenimento accaduto nella loro storia familiare per cercare di risolvere un antico mistero. Usando l’archivio personale, si analizzerà il ruolo e l’importanza delle immagini per capire come diventare complici nell'uso e nella loro creazione.
Nella seconda fase i partecipanti del workshop dovranno reinterpretare una persona della loro famiglia e rappresentarsi come loro usando la tecnica dell’autoritratto.
I partecipanti inizieranno a pensare alla fotografia come un atto di collezionismo, per poi attraversare la fase di ricomposizione delle immagini.
Guarderemo le immagini in modo analitico e concettuale, capendo il ruolo che abbiamo nel creare un progetto.
Rifletteremo sul medium fotografico, su in che modo si possa utilizzare come forma di testimonianza attraverso l’archivio.
I partecipanti saranno in grado, così, di raccontare una storia attraverso le immagini e con questo strumento visivo avranno modo di indagare e risolvere un mistero della loro famiglia e allo stesso tempo capire anche una parte nascosta di se stessi.
Qual è il ruolo della fotografia e della macchina fotografica? Collezionare le immagini d’archivio è un processo che crea significato o sono le lenti della macchina? Nella narrazione creativa di una storia attraverso le immagini esiste una sottile linea tra realtà e fantasia? Quanto conta il soggetto e quanto il potente medium fotografico può influenzare e cambiare la storia. La fotografia ha mai cambiato la narrativa della vostra storia familiare e quanto ne siete consapevoli?
Cercheremo di rispondere a queste domande esplorando il confine tra la fotografia e il suo modo di essere indizio, traccia.
Ecco perché il titolo del workshop, Il Vaso di Pandora.
Secondo la mitologia greca Prometeo rubò il fuoco a Zeus per donarlo alla razza umana che inizialmente era costituita solo da uomini. Il re degli dei per punire l’umanità creò la prima donna, la bellissima Pandora. Zeus le donò un vaso chiuso raccomandandole di non aprirlo mai. Ma lei lo aprì lo stesso e ne uscirono fuori tutti i problemi del mondo che non è stato più possibile rinchiudere. Dentro rimase soltanto la Speranza. E la speranza possiamo conservarla come compagna di viaggio che, quando ci troviamo in difficoltà, può farci riprendere a credere in un presente e in un futuro migliori.
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Info
Quando: Venerdì 22 luglio 10.30/13.00 - 15.30/17.00
Sabato 23 luglio, 15.30/17.00
Domenica 24 luglio 15.30/17.00
Durata: 10 ore
Dove: Sala multimediale, Antico Convento dei Cappuccini, Giardino Ibleo
Costo: 150 euro
Lingua: Italiano/Inglese
Numero massimo di partecipanti: 20
Per contatti e informazioni scrivere a info@ragusafotofestival.com
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BIO
Alba Zari, (Bangkok nel 1987) è un’artista visiva che predilige il mezzo fotografico e il video, con una spiccata sensibilità fotografica introspettiva. Vive e lavora a Londra. Fin da piccola conduce una vita nomade che la porta a vivere in città e nazioni differenti. Si laurea al DAMS in cinematografia e si specializza in fotografia e visual design al NABA di Milano, proseguendo gli studi in fotografia documentaria all’International Center of Photography di New York. L’esperienza di viaggiatrice influenza e si riflette nella sua pratica fotografica, volta ad indagare temi di contenuto sociale, come le ricerche visive sui centri d’igiene mentale e i disordini alimentari diffusi nella società americana.
Tra i suoi lavori recenti: Places (2015) libro e progetto fotografico condotto con ElementWo, sull’analisi della comunicazione visiva della propaganda dell’ISIS; Radici (2013), un progetto documentaristico sulla vegetazione del deserto del Mesr in Iran, The Y - Research of biological father (2017), in mostra a Ragusa Foto Festival 2021, nato da un viaggio alla ricerca delle sue origini del padre mai conosciuto, vincitore del Graziadei. Con i progetti The Y e Occult, fa parte dei FOAM Talent 2020.
Attualmente Alba sta lavorando a una ricerca sulla propaganda della Setta dei Bambini di Dio in India, Nepal e Thailandia. Ha realizzato il suo primo cortometraggio documentario FreiKörperKultur e sta lavorando a White Lies, primo lungometraggio documentario.